L'insegnamento del Buddha è davvero formidabile, immenso, affascinante. Ogni parola, che sia tratta da un Sutra o da un Tantra, contiene un universo di significati: contenuti più evidenti e altri più nascosti e profondi.
Conoscere gli insegnamenti non è però sufficiente per vincere la sofferenza nella quale siamo immersi. La base fondamentale del sentiero indicato dall' Illuminato è la «pratica», cioè l'esperienza meditativa che prescinde dal mondo razionale. Questo perché la nostra mente, maestra di concettualità, può arrivare a farci credere qualunque cosa: dall'aver compreso perfettamente un dato insegnamento, all'aver superato un determinato difetto mentale, fino alla convinzione di aver acquisito un certo grado di evoluzione spirituale!
È solo l'esperienza meditativa, corroborata dalle indicazioni del proprio Maestro, che permette di mettere da parte i concetti e l'ego che li accompagna, mostrandoci davvero a che punto siamo e come funziona la nostra mente.
Come spesso ricorda Lama Dino Cian Ciub Ghialtzen, il primo insegnamento dato dal Suo Maestro Radice Drubwang Lama Gangchen Tulku Rinpoche alle persone che lo seguivano, è stato un solo Mantra, quello di Buddha Sakyamuni.
Nessuna spiegazione, solo pratica del Mantra.
Dopo diverso tempo sono arrivate parole - sempre misurate - e molte altre pratiche. È l'esercizio della meditazione che prepara alla comprensione profonda delle parole del Buddha e cosa veramente importante, «porta il frutto nel sentiero», permette cioè di sperimentare da subito gli effetti della pratica specifica, anche se siamo lontani dall'essere un Buddha!
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