Quando si tratta di fare determinate cose, capita di sentire forte paura. In alcune occasioni sentiamo emergere rabbia, che poi spesso esplode con persone la cui unica «colpa» è di trovarsi nelle nostre vicinanze nel momento sbagliato.
Perché, inoltre, sentiamo attrazione verso qualcuno o qualcosa e quello stesso soggetto o oggetto tanto desiderato, può arrivare, a distanza di tempo, a essere percepito come sgradevole?
Queste tendenze ci sembrano «automatiche», involontarie, quasi estranee a noi stessi, ma si può arrivare a trasformarle, iniziando a comprendere qualcosa in più, partendo dalle piccole cose e, per esempio, da quelle che appartengono alla vita quotidiana. Prendendo in esame un aspetto profondo della tradizione buddhista tibetana che esamina la mente, Lama Dino Cian Ciub Ghialtzen, a partire da Aprile 2021, ha dato inizio al ciclo «Conoscere la mente e saperla trasformare - i 51 fattori mentali». Gli insegnamenti, volontariamente trasmessi in modo che siano fruibili a tutti, adatti anche a chi non segue un percorso spirituale specifico, hanno il fine di aiutarci a conoscere e riconoscere alcuni processi mentali, partendo proprio dai fattori che caratterizzano la coscienza. In ogni momento della giornata, ma anche durante il sonno, la mente produce continuamente delle proiezioni, derivate in gran parte dagli stimoli che arrivano dall’ambiente in cui viviamo e con cui interagiamo: ogni volta che avviene un contatto con un oggetto esterno, si formano i cosiddetti «percettori diretti», ovvero delle coscienze mentali derivate dai nostri sensi (coscienza visiva, uditiva, olfattiva, tattile, gustativa e mentale); immediatamente dopo, si formano i «percettori indiretti», che sono proiezioni supplementari attribuite al medesimo oggetto e che ci permettono di rielaborare le percezioni che tradurremo come piacevoli, spiacevoli o…neutre.
Il Buddha, considerato un vero e proprio scienziato della mente, descrive il funzionamento e il coinvolgimento delle basi sensoriali («Sutra dei Dodici Anelli» - il quinto anello) che intervengono nella costruzione della catena ciclica di eventi che costituiscono il Samsara. La mente è impermanente: pur avendo una natura luminosa può «sporcarsi», contaminarsi con alcuni veleni mentali come paura, orgoglio, gelosia, invidia, ira… Spesso queste emozioni, di cui non ne conosciamo nemmeno la provenienza, all’affiorare di determinate condizioni, emergono e si collegano con le azioni che compiamo nella vita di tutti i giorni, creando sofferenza.
Nell’insegnamento del Buddha viene detto che anche le azioni contaminate prodotte nel passato, o in vite passate, portano dei frutti che sono all'interno del nostro continuum mentale. Al presentarsi di cause e condizioni, emergono concretizzandosi in comportamenti e azioni che, nella maggior parte dei casi, sono inconsapevoli e non virtuosi. Noi non sappiamo riconoscere da dove viene la paura di fare certe cose, ma quando una determinata situazione si presenta, l’emozione «esce» e noi siamo inibiti, nell'esprimerci e nell'agire. Stessa cosa accade con l'ira e con l'avversione. Da dove nasce quest'ira che abbiamo dentro? Da dove nasce questa avversione che porta a dire e fare cose non corrette?
I 51 fattori mentali sono aspetti della nostra mente e sono proprio questi che influenzano le sei coscienze primarie (e successivamente quelle derivate), generando sensazioni che determinano poi emozioni e azioni.
Mente e fattori mentali sono inseparabili, pur essendo due cose diverse, ed emergono contemporaneamente a ogni contatto con un oggetto (esterno o interno).
Nell'analisi del Buddha i fattori mentali sono suddivisi in sei categorie:

  • 5 fattori mentali sempre presenti nella mente;
  • 5 fattori mentali determinanti per definire l'oggetto;
  • 11 fattori mentali sempre positivi;
  • 6 fattori mentali principalmente negativi;
  • 20 fattori mentali secondari negativi che possono esserci o no;
  • 4 fattori mentali variabili, dipendenti dalle circostanze.

L'insegnamento sui 51 fattori mentali apre il campo su moltissimi altri insegnamenti correlati, in particolare porta a considerare due prerogative specifiche della mente: 

  • lo stato dinamico, il suo costante movimento;
  • lo stato consequenziale o karmico.

Lo stato dinamico è la prerogativa della mente di avere un moto continuo. La coscienza può essere diretta, indirizzata, i fattori mentali negativi trasformati, ma la mente di fatto è sempre in movimento! Capta un'immagine e costruisce un processo, ode un suono e costruisce un avvenimento, assaggia un cibo e ricorda un episodio dell'infanzia, sente un profumo ed entra in un'area celestiale. Non possiamo fermarla, nemmeno quando si separa dal corpo nel percorso della morte, durante il bardo: è la mente che vive tutto il processo, fino a recuperare karmicamente una nuova forma, in uno dei sei stati di esistenza. Lo stato consequenziale è la capacità della mente di collegare questo momento al momento successivo. Questo è il karma!
Per comprendere in maniera più approfondita come funziona la nostra mente e, quindi, i processi mentali del karma, occorre riportare l'insegnamento sui 51 fattori mentali a quello trasmesso dal Buddha nel Sutra dei Dodici Anelli e in modo particolare al terzo anello, quello della coscienza.

Se ti fa piacere seguire l’insegnamento dal vivo ti aspettiamo al Centro nei prossimi appuntamenti, oppure puoi seguirlo on line in streaming sul nostro canale YouTube.
Per vedere le sessioni precedenti di «Conoscere la mente e saperla trasformare - i 51 fattori mentali» clicca qui.

Si possono trovare approfondimenti e insegnamenti sul Sutra dei Dodici Anelli nel libro di  Lama Dino Cian Ciub Ghialtzen «La preparazione mentale alla morte per un'esistenza senza paure».


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