Il settimo anello: la sensazione

«Condizionata dal contatto sorge la sensazione. Che cos'è la sensazione? Vi sono tre sensazioni, ossia piacevole, spiacevole e neutra. Condizionata dal contatto sorge la sensazione. Che cos'è la sensazione? Vi sono tre sensazioni, ossia piacevole, spiacevole e neutra»

La nostra esistenza è causata e non un caso fortuito. Tutto ciò che compone la nostra vita esprime l’interdipendenza. Questo è l’insegnamento racchiuso nel «Sutra della coproduzione condizionata» o «Sutra dei dodici anelli».
In questo importante testo, analizzato anche nell’ultimo libro di Lama Dino Cian Ciub Ghialtzen, il Buddha spiega come ognuno di noi sia creatore della propria sofferenza.
Vi sono tre livelli di sofferenza: quella del corpo, quella della parola e quella della mente. Di queste, la sofferenza della mente è quella fondamentale, quella che può amplificare le altre due (es. mi faccio male a un dito e sento dolore; in seguito inizio a pensare che «forse è rotto e che non potrò più guidare»: la mia sofferenza aumenterà e il dolore diventerà insopportabile).
Abbiamo visto che la mente, o coscienza, non è il cervello (terzo anello), si forma attimo per attimo, ma è legata a ciò che è avvenuto, cioè conserva delle impronte del passato, anche di altre vite.
La maggior parte delle malattie si manifesta perché nella coscienza si sono messi presupposti sbagliati compiendo azioni pesanti, erronee, violente, pensando che tutto ciò si perdesse nell’universo. Questo è un aspetto dell’ignoranza, il primo anello indicato dal Buddha. La comprensione di questi dodici punti nella loro progressione e interdipendenza, e il conseguente sviluppo di una consapevolezza su ciò che siamo e sul modo in cui ci manifestiamo, ci può aiutare a coltivare una mente molto chiara, felice, aperta verso gli esseri, benevola e equanime. Dal contatto (sesto anello) creato per mezzo dei nostri sensi (quinto anello), sorge la sensazione, il settimo anello. Di contatto e sensazione, si parlerà, sotto altri aspetti, anche nell’insegnamento sui «Cinquantuno fattori mentali».
La sensazione è figlia di un contatto che avviene per mezzo delle basi sensoriali: se non c’è contatto non si sviluppa la sensazione. Oltre ai cinque sensi (vista, odorato, udito, gusto e tatto) anche la mente viene considerata una base sensoriale che si può unire a diversi oggetti senza che ci sia una fisicità presente. Il contatto di per sé non esprime né qualità, né caratterizzazioni; è la coscienza mentale che, in una fase successiva, imputa e sovrappone etichette a ciò che viene percepito.
La sensazione che sorge dal contatto può essere piacevole, spiacevole o neutra, ma non entra nella profondità di un’analisi dell’oggetto percepito. Una sensazione piacevole nasce da un contatto che il corpo, la parola o la mente definiscono come tale: da ciò sorgerà il desiderio di ripetere l’esperienza. La sensazione spiacevole, che può essere imputata come tale anche solo dalla mente, porterà inevitabilmente a creare un’avversione. La sensazione neutra è più rara poiché siamo abituati a catalogare ogni situazione come piacevole o spiacevole.
Non si tratta di emozioni, anche se la differenza è sottile. Tutte le tre tipologie descritte emergono a livello del corpo, della parola e della mente, ma quasi sempre la sensazione ha come base qualcosa di contestuale, presente nel momento.
L’emozione, viceversa, ha una «storia» dentro di noi e quando compare emerge come qualcosa di vecchio, di già visto e vissuto. La sensazione è quindi più agevole da verificare e controllare.
Dalla sensazione nasce la brama; da questa nasce l’attaccamento; da esso nasce il divenire che porta alla nascita, per continuare nel processo verso vecchiaia e morte, seguendo un percorso che muoverà nuovamente la nostra coscienza verso il primo anello: l’ignoranza.
Come interrompere questo ciclo senza fine? Se ci basiamo sul settimo anello il punto non è capire se sia bene o meno provare un certo tipo di sensazione, ma è svilupparne la consapevolezza. Come guardiamo il nostro superiore? E il nostro subalterno? E le persone che ci circondano?
Possiamo incominciare calandoci nell’esperienza, accogliendola senza giudizio. Osserviamo: come si è formata la sensazione che proviamo? Come si dissolve? Tutta la sequenza avviene in modo molto veloce nella nostra mente, tanto da sembrare un atto unico. Con un allenamento nell’osservazione, immersi nell’esperienza e al contempo testimoni di ciò che accade nella nostra coscienza, arriveremo a scomporre le singole fasi. È qui che si apre la possibilità di modificare ciò che ci appare come un ciclo ineluttabile.
Attraverso la consapevolezza affiniamo la conoscenza della nostra mente e cominciamo a scegliere quali aspetti nutrire e quali fermare per coltivare la felicità qui e ora.


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