“Non c’è alcuna differenza tra noi e gli altri; nessuno desidera la benché minima sofferenza, né si contenta della felicità che ha. Comprendendo questo, chiediamo le vostre benedizioni, per poter aumentare la gioia e la beatitudine degli altri. Questo cronico vizio di prendersi cura di noi stessi è la causa che produce la nostra indesiderata sofferenza. Comprendendo questo, chiediamo le vostre benedizioni per biasimare, opporre e distruggere il mostruoso demone dell’egoismo”.
(Guru Puja, versi 90 e 91)

La Guru Puja è un rituale di impareggiabile preziosità per i praticanti buddhisti; essa fu composta e trasmessa da Pancen Lobsang Ciöky Ghialtsen nel XVII secolo, traendo ispirazione dai diretti insegnamenti del Buddha, dalle preghiere custodite dalle Dakini di Saggezza e dalle melodie intonate dai grandi Yogi.

Ogni singolo verso di questa meditazione rappresenta una vera e propria benedizione!
Un modo per connettersi con i propri Ydam e per realizzare tutti gli impegni che si sono assunti praticando il Tantra.
Recitare questo straordinario testo, conoscerne i molteplici significati, imparare le sonorità, è un reale mezzo per pacificare la propria mente, ripulirla dalla pesantezza quotidiana dei nostri difetti mentali, renderla elevata e «soffice»: pronta per avvicinarsi a quella di un Buddha.

Celebrare la Guru Puja significa integrare perfettamente le preghiere tradizionali Mahayana, Vajrayana e Theravada: la sadhana si compone infatti di più rituali al suo interno.
A seconda dell’ottenimento a cui si aspira, il Maestro spirituale può decidere che la recitazione avvenga in modo più abituale, oppure, può inserire delle purificazioni speciali, delle pratiche di incremento, delle meditazioni specifiche come quella di Buddha Tara o della Prajnaparamita, delle dediche di Lunga Vita ai Maestri e molto altro ancora.
Possiamo quindi dire che questo compendio di insegnamenti è la “Pratica delle Pratiche” e che racchiude in sé un estremo potere di purificazione (anche astrologica), di rigenerazione della nostra connessione con il Guru e di accumulo di qualità e meriti che ci preparano ad ottenere le più alte realizzazioni spirituali.
Tradizionalmente, lo svolgimento di questa cerimonia avviene nel decimo e nel venticinquesimo giorno del mese (giorni astrologicamente propizi per le offerte e le purificazioni), ma, a seconda dell’impegno richiesto dal Lama, può essere praticata anche tutti i giorni.

Il suo vero «cuore», è rappresentato dall’offerta di Ganachakra o offerta dello Tzog.
Lo Tzog è la forma più alta di omaggio di diversi tipi di sostanze rituali: vengono preparate le sei essenze fondamentali (acqua da bere, acqua profumata, fiori, luce, incenso e cibo) e viene distribuito il cibo a beneficio del Guru, dell’assemblea dei partecipanti, e, mentalmente si rivolge la dedica a tutti gli esseri e a tutte le divinità, senza alcuna eccezione.
Il significato profondo di questo donare è quello di sviluppare la nostra energia del dare agli altri, ponendoci in una corretta relazione con tutti gli Esseri, anche quelli che hanno un corpo molto sottile e impercettibile, e di portare l’energia del nostro cuore ad avvicinarsi a quella dei Buddha.
In questo modo, rigeneriamo i nostri sentimenti positivi di pace e amore verso tutti e verso il pianeta Terra: un vero toccasana per chi, pur vivendo in città molto popolose, si sente solo, isolato, o bisognoso d’affetto.

«Con la pratica della Guru Puja, possa trionfare la cultura della pace interiore che è il più solido fondamento per la pace nel mondo». Lama Gangchen Tulku Rinpoche


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