Due sistemi a confronto

L’avvento della medicina moderna, oltre ad aver confinato «fuori dalle città e lontano dagli ospedali» le nostre più antiche tradizioni popolari, intimamente legate all’erboristeria, ha anche «bollato come creduloni» non solo chi si approcciava a metodi di guarigione che iniziavano ad arrivare dal lontano Oriente, ma anche chi si affidava a sistemi diagnostici e terapeutici squisitamente europei, quali quelli della scuola Steineriana, alle acquisizioni dell’Omeopatia del dottore Hannemann, nonché alle concezioni del Dottor Pol Henry sulla gemmoterapia.

La medicina orientale (come quella indiana e quella tibetana) era considerata come una sorta di «entità» astratta, sconosciuta e non codificabile, risalente a tempi antichi ormai sorpassati e un po’ più vicina alla magia, che alla nostra scienza.
Negli ultimissimi anni, invece, da quando mantenersi «in forma» e «raggiungere il successo» è sinonimo di «essere in salute», è diventato un commitment sociale fare yoga di ogni tipo seguire regimi alimentari che spesso tolgono dalla dieta nutrienti fondamentali e seguire on line le più diverse meditazioni, senza ben conoscerne i fondamenti e tantomeno gli effetti.
Molte di queste «rivoluzionarie» tecniche per «star meglio» si ispirano alla Medicina orientale, che sembra dunque essere stata rivalutata.
Dall’altro lato, la Medicina occidentale, scientifica e ineccepibile, si limita ad accogliere e accettare soltanto ciò che è evidence-based, ovvero basato su evidenze scientifiche supportate da studi clinici randomizzati e non accenna minimamente a voler riconoscere altri tipi di cure che, seppur non possano essere dimostrate con lo stesso iter che si espleta per un farmaco, funzionano e permettono alle persone di riceverne un grande, profondo e duraturo beneficio.

A chi affidarsi? Cosa scegliere?

La nostra visione occidentale, che tende a concentrarsi su un sintomo, un singolo organo o un apparato, potrebbe ampliarsi e abbracciare un senso di cura che va oltre alla diagnosi fisica e la somministrazione di rimedi farmacologici nelle prossimità temporali della comparsa di una patologia: il nostro organismo è un complesso sistema di «carne e di ossa»… ma è chiaro che non sia soltanto questo.
La Medicina orientale apre a 360° la visione sull'essere umano; il nostro mondo interiore, per noi occidentali ancora in gran parte inesplorato, ricopre il principale oggetto di studio e di pratica spirituale per moltissimi saggi orientali: la mente, le energie sottili, i canali, i chakra sono universi da scoprire e conoscere, per mantenere o recuperare uno stato di salute. Da millenni, sono campo di studio, di meditazione e fonte di esperienza diretta dei medici orientali.
È chiaro come le due scienze mediche siano differenti e che entrambe utilizzino strumenti potenti per arrivare alla cura.
Per cogliere le motivazioni delle diversità di approccio, è utile confrontare la formazione delle figure mediche in Oriente e in Occidente: il percorso di studio di un medico occidentale è molto lungo, difficile e tortuoso e sicuramente richiede impegno e sacrificio… ma è molto diverso da quello del medico che si appresta a imparare e praticare la medicina tibetana, per esempio.
Il medico tibetano infatti, oltre ai dieci anni canonici spesi per lo studio dell’anatomia e della fisiologia di organi e apparati, deve conoscere a memoria le Sadhane del Buddha della Medicina, praticarle e meditarle e inoltre deve tenere un comportamento retto e aderente l’insieme di regole e di consigli indicati nei libri sacri della medicina tibetana «I Quattro Tantra».
Ogni capitolo di questi preziosi Testi non tratta soltanto gli aspetti basilari della scienza medica, ma descrive anche una sequenza di relazioni specifiche tra l’energia che sostiene un particolare organo e gli aspetti mentali, Karmici, astrologici e più profondi dell’essere umano. La Medicina tibetana, trasmessa dal Buddha della Medicina, è fondata sull’aspetto spirituale e questo fa sì che il modo di vivere preso in esame sia fortemente improntato sulla spiritualità vissuta in ogni momento della giornata.

Il vero traguardo sarebbe arrivare all’integrazione dei due sistemi: saper quindi utilizzare correttamente i farmaci e servirsi delle tecniche scientifiche più avanzate per curare i disturbi del corpo e, contemporaneamente, imparare a conoscere come funziona il nostro livello interiore, meditando con le pratiche spirituali a disposizione trasmesse dai Maestri, per poter iniziare a prendere consapevolezza di innumerevoli processi distorti che la mente ci propone in ogni momento.

La pura motivazione dei grandi Maestri Guaritori è insegnarci a comprendere come la Mente non sia separata dal Corpo e che è profondamente controproducente arrabbiarsi con esso, qualora si presenti un sintomo. Il Corpo è il nostro mezzo prezioso per evolvere, mantenerlo in salute è il compito e responsabilità di ognuno di noi, per avanzare nel percorso verso l’Illuminazione.


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buddismo, centro buddha della medicina, lama dino, pratiche meditative


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